Giustizia e pace: diritti da salvaguardare e promuovere
Maturità individuale e coesione nella coppia

Milano, 12 ottobre 2011 

in uno scenario particolarmente scenografico, il Chiostro rinascimentale dei Glicini, presso la Società Umanitaria, ex convento francescano del 1500, si è svolto l’incontro  organizzato dalla UPF sul tema “10 anni dall’11 settembre : Riflessioni e nuove esigenze di dialogo”.

L’Universal Peace Federation di Milano, con questo incontro, ha accolto l’invito delle Nazioni Unite a celebrare il decimo anniversario del crollo delle torri gemelle negli Stati Uniti.
I relatori provenienti dal mondo del giornalismo, della cultura, della religione e dell’associazionismo  hanno espresso  non solo unanime sentimento di compassione e di  solidarietà  per tutte le vittime del terrorismo  nel mondo, ma hanno messo in risalto un tratto culturale che contraddistingue il tempo storico in cui stiamo vivendo: l’incertezza.

Eccellente coordinatore e moderatore della serata è stato l’ Ambasciatore di Pace Sergio Cati.
L’incontro aperto dal Prof. Marco Lombardi (dipartimento di Sociologia Università Cattolica, Milano) è iniziato con una semplice, ma significativa domanda  che è stata poi il filo conduttore dell’intera serata: ma la pace, quella vera e duratura,  è ancora possibile? Nel corso del convegno è  stato evidenziato come  in molti paesi  si vive una condizione di pace non duratura, ma relativa, non esistono la stabilità e la sicurezza  garantite da una vera pace tra i popoli e  tra i singoli componenti di ogni società. E’ emerso  che la parola pace ormai inflazionata  intende le parole speranza, cooperazione e interreligiosità. 

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E’ facile parlare d pace , ma non è facile stabilirla. Si sente pertanto il bisogno di nuovi o rinnovati punti di riferimento,  di un nuovo sistema. Trovare una base comune che possa riaprire il dialogo  in modo veramente costruttivo ,  l’UPF può dare un grande contributo in questa fase della storia , proprio perché si ispira a valori senza tempo e comuni ad ogni cultura.   Inoltre il ruolo delle religioni nei problemi riguardanti la pace  e la prosperità internazionale è diventato evidente e sempre più visibile ai media  e alla cultura popolare proprio  dopo l’attacco dell’11 settembre agli Stati Uniti.

L’ 11 settembre per la stampa ha rappresentato una grande occasione geopolitica sottolinea Dr. Antonio  Picasso (giornalista per liberal, Avvenire, Risk) reduce da un’esperienza diretta in Pakistan dove l’incertezza risulta essere all’ordine del giorno. Mentre per il Prof. Emilio Asti (docente di cultura orientale) l’11 settembre è uscito dalla cronaca per entrare nella storia. Al mondo intero si è presentato con due volti. Il  volto del male, della violenza, della paura, della fragilità del tempo in cui viviamo dove le nostre certezze già consolidate possono essere abbattute in poco tempo,   ma soprattutto ha mostrato al mondo il volto del l’ignoranza, dall’11 settembre  al male è stato dato il nome di islam, da quella data il male sono tutti i mussulmani.

Ma l’11 settembre sottolinea  il Prof. Asti mostra anche un altro volto: dal male  può nascere un bene attraverso il dialogo,  il confronto aperto e rispettoso tra occidente e islam, non uno scontro di civiltà di cui abbiamo sentito  tanto parlare ma di “incontro”. La  paura arriva dalla mancanza di conoscenza dell’altro.   Da qui emerge una nuova  esigenza di dialogo, un nuovo impegno spirituale in cui uomini e donne insieme investono e si impegnano nel costruire la pace. La pace la cui salvaguardia non viene demandata solo ai singoli governi ma coinvolge tutti,ognuno di noi.  La cultura della pace va rafforzata e diffusa. Se consideriamo in quale grave situazione ci troviamo un po’ tutti quanti (paesi, popoli, famiglie e singoli) tra guerre, violenze , individualismo, egoismo ci rendiamo conto  di come sia doveroso oltre che necessario intensificare le attività che aiutano  le diverse culture, popoli , religioni  a conoscersi meglio. L’ignoranza come sopra evidenziato  è il peggior nemico. Stesso concetto affrontato da Mohnsen Mouelhi (Vicario della Confraternita Sufi Jerrahi) che ha riportato ai presenti  come molte volte si parla dei mussulmani, ma non si parla con loro, attraverso un dialogo aperto e sincero.

C’è un’interpretazione errata del Corano dovuta alla non conoscenza.  Riporta un versetto del sacro Corano che dice: “ o gente in verità vi abbiamo creato maschio e femmina  e abbiamo fatto di voi popoli vari e tribù affinchè vi conosceste a vicenda; il più nobile di voi è colui che ama Dio”. Il concetto di pace nell’islam è oltre la fede, è anche un vissuto  quotidiano, è una cultura  che si deve imparare  tutti i giorni, pace interiore con se stessi, con la propria famiglia , genitori fratelli e sorelle, con il vicino di casa e nel quartiere.  La pace si sposa con la pratica e la quotidianità afferma anche il Prof Lombardi  e nonostante intorno a noi ci siano molti conflitti la pace si può realizzare facendo leva su quel 5% di bontà che secondo il professore è presente in ognuno di noi. Su quella parte dell’uomo occorre lavorare e portarla a galla supportando i più deboli e i più ricattabili perché fragili e oppressi. Occorre dare il giusto ruolo e valore alla donna  per renderla consapevole delle proprie potenzialità come portatrice di pace ed infine insegnare alla gente ad essere dei leaders  responsabili e forti.  A questo riguardo riconosce nell’UPF la capacità di lavorare ad ogni livello della società umana dal problema del singolo individuo alla famiglia, alla società sino ad occuparsi di tematiche mondiali come la formazione di leaders responsabili e la proposta presso le Nazioni Unite di un Consiglio Interreligioso per la pace attraverso i principi fondanti dell’UPF evidenziati nell’intervento iniziale da parte del Presidente dell’UPF Milano, Stefania Maffei.

“L’odio può essere vinto solo dall’amore. Opponendo odio a odio non si fa che aumentarne l’estensione e la profondità” (Gandhi). “Non ci liberiamo mai di un nemico se rispondiamo all’odio con l’odio; ci liberiamo di un nemico se ci liberiamo dell’inimicizia” (Dr. Martin Luther King, Jr.). Su queste due espressioni si è basato l’intervento conclusivo del Dr. Zoffili  Segretario Generale UPF, Italia.
La serata si è conclusa con il tradizionale riconoscimento del titolo di Ambasciatore di Pace alla Dr.ssa Tiziana Gardini  Presidente Lega Internazionale dei Diritti Umani – LIDU Sez. di Milano, al Dr.  Amos Nannini, Presidente della Società Umanitaria e al sig. Mohammed Ashraf Hnokhar, responsabile in Italia della Associazione  Minhaj Al Quran, presente in molti paesi ed impegnata nella costruzione della pace. L’incontro è stato impreziosito anche dalla mostra presente lungo il Chiostro dei Glicini “Volti dal mondo” di Armando Belloni in tema con l’incontro della serata.

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