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Giustizia e pace: diritti da salvaguardare e promuovere
Maturità individuale e coesione nella coppia

Visione alla Fondazione

Il fondatore della Federazione per la Pace Universale, Rev. Sun Myung Moon, parla delle Nazioni Unite come di un’organizzazione che incorpora l’aspirazione dell’umanità per la pace. La sua importanza supera quella delle istituzioni religiose, dei governi nazionali, o anche altre organizzazioni internazionali. Lui specialmente sottolinea il potenziale delle Nazioni Unite per la liberazione dalla povertà delle nazioni sottosviluppate ed incoraggia lo sviluppo delle nuove nazioni democratiche. Crede, inoltre, che ci sia bisogno dell’elemento religioso e spirituale come forza trainante e direttrice per le riforme umanitarie, così come la mente funziona in armonia con il corpo.

L’impegno delle Nazioni Unite per stabilire la pace spesso incontra una grande resistenza a causa del fatto che ogni nazione ricerca innanzitutto di soddisfare i propri interessi. I sistemi politici attuali sono formati principalmente secondo logiche egocentriche. La soluzione che il Rev. Moon propone è di combinare le proposte degli statisti con la saggezza delle tradizioni delle fedi del mondo e con i principi della pratica spirituale, allo scopo di raggiungere l’ideale del buon governo.

Sappiamo che uno degli ostacoli sono i conflitti, radicati profondamente, tra importanti tradizioni religiose che a volte portano alla guerra, piuttosto che alla pace ed all’amore per cui furono fondate. La preoccupazione per la esclusiva salvezza individuale e l’eccessiva auto protezione delle organizzazioni religiose impediscono di operare insieme. Per questo il Rev. Moon ha proposto di stabilire un’assemblea interreligiosa o un consiglio di rappresentanti religiosi all’interno della struttura delle Nazioni Unite

Dichiarazione del Dr. Sun Myung Moon

Nel suo discorso d’inaugurazione della Federazione Universale per la Pace del 12 settembre 2005, il Rev. Sun Myung Moon ha proposto un rinnovamento delle Nazioni Unite. Durante il 60° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, tanti leaders hanno risposto alla sua chiamata. Il Rev. Moon aveva già proposto la creazione di un organismo interreligioso, durante il suo discorso alle Nazioni Unite il 18 agosto 2000. I brani seguenti sono tratti da quel discorso.

I conflitti sorgono per diversi motivi, ma uno dei fattori principali è la disarmonia profondamente radicata che esiste tra le religioni mondiali. Perciò, quando testimoniamo delle tante tragedie globali che capitano intorno a noi, dobbiamo riconoscere quanto sia importante che le religioni si riuniscano insieme, dialoghino l’una con l’altra ed imparino a collaborare.

Nell’era moderna, nella maggior parte delle nazioni, gli ideali religiosi sono completamente separati dai centri di potere politico secolare e tutti, o quasi, accettano questa situazione. Credo, tuttavia, che sia giunto il tempo in cui, le organizzazioni internazionali, il cui scopo è quello di sostenere l’ideale di un mondo di pace, riconsiderino la loro relazione con le grandi tradizioni religiose del mondo.

A questo riguardo, le Nazioni Unite, più di ogni altra organizzazione internazionale, possono stabilire un modello ed aprire la strada. Il mondo ha grandi aspettative nei confronti dell’ONU, in quanto organizzazione che incorpora le aspirazioni dell’umanità per la pace. In esse, i rappresentanti di tutte le nazioni lavorano in concerto per promuovere la pace e la prosperità umana.

Naturalmente, l’impegno per stabilire la pace, intrapreso da queste rappresentanze nazionali, spesso incontrano una resistenza ostinata. Quindi, anche se a volte i risultati ottenuti sono stati significativi, c’è tanto spazio per miglioramenti. Credo che ci sia oggi un bisogno urgente di incoraggiare il rispetto reciproco ed aumentare la cooperazione tra i leaders religiosi e politici del mondo.

Nelle loro radici, i problemi umani non sono interamente sociali o politici; così un approccio sociale e politico sarà sempre di efficacia limitata. Nonostante le autorità secolari governino la maggior parte delle società umane, la religione giace al cuore della maggior parte delle identità nazionali e culturali. In realtà, la fede e la devozione religiosa hanno un’importanza maggiore nel cuore delle persone, rispetto alla lealtà politica.

E’ giunto il tempo in cui le religioni rinnovino se stesse e conducano una vera leadership nel mondo. Le persone di fede devono sentire la responsabilità delle sofferenze e delle ingiustizie vissute dalla gente. Le persone religiose non sono state dei buoni esempi nella pratica del vero amore e nel vivere per il bene degli altri e, per questo motivo, devono impegnarsi in una profonda riflessione personale. Dovrebbero pentirsi per la loro esclusiva preoccupazione per la salvezza personale e per i ristretti interessi di parte. Gli organismi religiosi non sono stati in grado di donare se stessi in modo pieno alla causa della salvezza mondiale. La nostra era, più di ogni altra, richiede che andiamo oltre gli interessi delle nostre particolari religioni, allo scopo di mettere in pratica un amore più universale e l’ideale del bene comune.

In Particolare, Dio ci chiama oggi, nella speranza che ci ergiamo contro le ingiustizie del mondo, allo scopo di esprimere pienamente il Suo amore per l’umanità, sia in parole che in azioni, instaurando così la pace.

La vera pace può essere pienamente realizzata solo quando la saggezza e l’impegno dei leaders delle religioni mondiali, che rappresentano le preoccupazioni interiori della mente e della coscienza, lavorano in cooperazione e rispetto con i leaders politici, che hanno saggezza pratica ed esperienze riguardo la realtà esteriore o “corpo”.

La struttura esistente delle Nazioni Unite, è composta attualmente di rappresentanti che curano principalmente gli interessi dei loro rispettivi paesi. Tuttavia, sottopongo alla vostra considerazione, la formazione di un consiglio di rappresentanti religiosi che si affianchi all’assemblea. Questo consiglio consisterà di rispettabili leaders spirituali. Naturalmente, i membri di questo consiglio interreligioso, devono dimostrare la capacità di trascendere interessi limitati, per preoccuparsi dell’intero mondo e di tutta l’umanità.

Queste due camere, lavorando insieme, saranno in grado di promuovere il mondo di pace che tutti desiderano. La saggezza e la visione dei grandi leaders religiosi completeranno sostanzialmente la visione, l’esperienza e l’abilità dei leaders politici mondiali.

Insieme ridaranno speranza ai cittadini del mondo, specialmente ai giovani, che inizieranno di nuovo a ricercare il vero amore e la pace. Questi ambasciatori, ecumenici e transnazionali, saranno in grado di guidare e supervisionare vari progetti che riguardano la salute, l’educazione, l’assistenza sociale e tutti i campi della realtà sociale mondiale.

Rispettabili leaders mondiali, uniamo le nostre mani ed i nostri cuori per migliorare le nostre istituzioni ed organizzazioni affinché la preziosa saggezza delle religioni, insieme a quella degli studiosi, degli uomini di stato e persone di visione e conoscenza, possano essere mobilitati per risolvere le crisi serie ed urgenti del mondo.

 

Un decennio di progresso

L’Onorevole Josè de Venecia Jr, Presidente del Parlamento della Repubblica delle Filippine è stato specialmente ispirato da questa chiamata. La sua è una storia di impegno per la pace, mediando spesso tra governo e gruppi di insorgenti, arrivando infine alla costituzione dei Democratici Cristiani-Musulmani, un partito politico filippino dominante, attraverso il dialogo tra l’Unione Nazionale dei Democratici Cristiani e l’Unione dei Musulmani Democratici.

Per stabilire un consiglio interreligioso occorre un emendamento allo statuto delle Nazioni Unite, evento raro nella sua storia. L’On. De Venecia ha ottenuto il sostegno del governo delle Filippine e di altri numerosi governi, allo scopo di sostenere le risoluzioni che promuovono il dialogo interreligioso adottato infine dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La Risoluzione 59/23 (“Promozione del dialogo interreligioso”), adottata nel 2004, afferma che il dialogo interreligioso costituisce una delle “dimensioni importanti del dialogo tra civiltà e culture della pace”. Questa risoluzione inoltre invita il Segretario Generale “a portare la promozione del dialogo interreligioso all’attenzione di tutti i governi e delle organizzazioni internazionali rilevanti e di sottoporre una relazione all’Assemblea Generale”. Le risoluzioni aggiuntive hanno raccolto più sponsors ed esteso le risorse iniziali. La Risoluzione 61/221 chiama il Segretario Generale alla designazione di un’ ”una Commissione Tecnica” dentro il Segretariato per gestire materie interreligiose, e questa è stata realizzata nel 2007. Queste risoluzioni affermano che la cooperazione interreligiosa è un componente necessario dell’attività per la pace e stabiliscono un meccanismo per monitorare il suo progresso. Ciò smentisce l’asserzione che le Nazioni Unite siano semplicemente un’istituzione intergovernativa rigidamente secolare.

Un Forum Tripartitico di Cooperazione Interreligiosa per la Pace è stato inaugurato nel 2006 con la collaborazione di 16 membri delle Nazioni Unite, formato da tre organismi delle Nazioni Unite (il Dipartimento delle Nazioni Unite degli Affari Economici e Sociali ECOSOC, l’UNESCO, e la Banca Mondiale), più il Comitato delle ONG di provenienza religiosa presso le Nazioni Unite. Oltre a tenere sessioni informative, questo forum ha promosso una “Conferenza ad Alto Livello sulla Cooperazione Interreligiosa per la Pace" all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2006.

Le Nazioni Unite hanno promosso un’ ”Alleanza di Civiltà” ed hanno stabilito temi per vari anni nel decennio passato, come la dichiarazione del 2010 come anno della Riconciliazione tra le Culture. Attualmente è presa in esame la proposta di una risoluzione dell’Assemblea Generale per proclamare il periodo 2011-2020 come “Decennio di Dialogo Interreligioso ed Interculturale, Comprensione e Cooperazione per la Pace”. Questa risoluzione non propone un’istituzione permanente ma incoraggia un dialogo esteso ed una cooperazione a lungo termine.

Riassumendo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha affermato che la cooperazione interreligiosa è una componente essenziale per la promozione della pace. Varie organizzazioni hanno convocato conferenze e c’è un comune impegno del Segretariato a monitorare lo sviluppo del dialogo interreligioso. Mentre da un lato ciò rappresenta un notevole progresso, d’altra parte si sente ancora la mancanza di un’assemblea interreligiosa vera e propria all’interno del la struttura delle Nazioni Unite.

 

Presupposti per la proposta del consiglio interreligioso

  • Allo scopo di rendere le Nazioni Unite più rilevanti eticamente e moralmente, in un tempo in cui l’autorità, la veridicità, la credibilità dei governi e delle istituzioni sono in dubbio.
  • I valori carismatici e comuni che sono inerenti alle religioni possono complementare le tendenze burocratiche delle organizzazioni intergovernamentali.
  • In aggiunta ai fattori militari, economici ed ecologici, la sicurezza umana coinvolge il pensiero ed i valori di riferimento, che sono influenzati profondamente dalla religione.
  • Gli ideali religiosi risiedono al cuore della maggior parte delle identità nazionali e culturali, ed essi motivano le azioni individuali e collettive.
  • Le differenze religiose sono spesse sfruttate per provocare conflitti, e i leaders di questi gruppi hanno bisogno di lavorare insieme per aiutare a risolvere o disinnescare questo tipo di ostilità.
  • Ci sono concetti religiosi universali che possono essere affermati, senza privilegiare un credo o un gruppo di riti su altri o dei concetti basilari che possono portare a sostenere l’unità delle fedi
  • Le persone religiose sono capaci di riconoscere e di rispettare le differenze tra loro per il bene del progresso e dello sviluppo del bene comune.
  • La saggezza religiosa può essere espressa con modalità che siano rilevanti alle questioni che preoccupano le Nazioni Unite.
  • Tanti diplomatici ad altri professionisti hanno una visione religiosa della vita ed un consiglio interreligioso può incoraggiarli ad attingere a risorse spirituali nelle loro delibere ed azioni.
  • Consigli interreligiosi efficaci a livello locale o nazionale possono servire come modello per dimostrare il valore di questo organismo nel sistema delle Nazioni Unite.
  • Esistono parecchie ONG di provenienza religiosa, che lavorano insieme, dimostrando già come le persone di diverse fedi, possano elevarsi al di là delle differenze e lavorare insieme per il bene comune.
  • Un Modello delle Nazioni Unite per Giovani, come attuato in Svizzera ed Italia nel recente passato, può essere di grande interesse, come pure preparare futuri delegati al Consiglio.

Strutture possibili per l’Organizzazione

Opzione 1: Un consiglio interreligioso alla pari con il Consiglio di Sicurezza

Creare un consiglio interreligioso, alla pari con il Consiglio di Sicurezza, richiederebbe correggere il Capitolo delle Nazioni Unite, che è un trattato firmato da tutti gli stati membri. Prima di poter avere efficacia, l’emendamento proposto dovrebbe essere approvato dall’intera Assemblea Generale, ratificata dalle legislature di tutti i 192 stati membri e approvato da voto pubblico in ogni stato membro. Questo è un processo lungo che ha avuto successo in sole tre occasioni. Le Missioni permanenti delle Nazioni Unite votano in accordo alla direzione del Capo di Stato e/o del Ministro degli Esteri.

Se si prevede questo risultato positivo, l’emendamento proposto non deve essere abbozzato, ma saranno assicurate delle missioni per sponsorizzarlo. Il giudizio non avrà bisogno di essere promosso dentro il sistema delle Nazioni Unite e le ONG di provenienza religiosa iscritte per assicurarlo. Potrebbe essere discusso che questo tipo di consiglio potrebbe rinforzare un numero di programmi di primaria importanza delle Nazioni Unite, come il dialogo tra le civiltà ed il MDG (Meta di Sviluppo del Millennio). Questo sarebbe il lavoro di un gruppo di persone localizzato presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York, con il sostegno di un gruppo di lavoro che stila una proposta su come il consiglio opererebbe e scrivere delle prese di posizioni

Per complementare questo sforzo, ci sarebbe bisogno di formare in ogni stato membro un gruppo di persone per convincere il Capo dello Stato e/o il Ministero degli Esteri per istruirli della loro missione alle Nazioni Unite per sostenere la proposta. Sarebbe necessaria una mobilitazione di organizzazioni di base di gente comune per influenzare i legislatori ad approvare il trattato e quindi mobilitare il sostegno pubblico all’elezione.

Questioni da affrontare. Un gruppo di lavoro è necessario per abbozzare una proposta su come il consiglio possa funzionare.

  • Chi designa i rappresentanti di questo tipo di consiglio? (forse governi nazionali, comunità religiose transnazionali)
  • Prenderanno parte del consiglio solo leaders religiosi professionisti o la membership sarà aperta a persone di fede di altre professioni?
  • Per quanto tempo i membri saranno in carica? (Un termine di 2, 3 anni? Termini di ufficio vacanti?)
  • Come sarà la rotazione della direzione tra i gruppi religiosi?
  • Come sarà data voce in capitolo ai gruppi religiosi minoritari o a piccole denominazioni all’interno di una religione?
  • In questo tipo di consiglio, le persone non religiose saranno rappresentate?
  • Come le questioni saranno portate davanti al consiglio per la loro considerazione?
  • Come saranno comunicate le deliberazioni e le raccomandazioni del consiglio al più largo sistema delle Nazioni Unite?
  • Come il consiglio può essere protetto dai politici (specialmente se i membri sono scelti dai governi nazionali)?
  • Come sarà fondato questo tipo di consiglio?
  • Dove e con che periodicità ci saranno le sue riunioni?

 

Opzione 2: Un profilo istituzionale minore di dialogo interreligioso

Date le difficoltà intorno all’Opzione 1, questo è l’approccio di successo più favorevole.

Essendo queste le questioni di rappresentanza e di politicizzazione, un’alternativa migliore può essere un più basso profilo o un diverso tipo di istituzionalizzazione di dialogo interreligioso e di cooperazione alle Nazioni Unite, forse una commissione funzionale o un organismo consultivo sotto il Consiglio Sociale ed Economico, un programma che riporta all’Assemblea Generale, oppure a un dipartimento nel Segretariato. Un’altra possibilità sarebbe quella di lavorare in unità con altre iniziative per democratizzare le Nazioni Unite, come una “Camera del Popoli” o Forum della Società Civile che completa l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Quale opzione è preferibile dipende da cosa una persona vuole raggiungere attraverso la cooperazione internazionale: (1) Aiuto per risolvere i conflitti a vario livello che hanno una dimensione religiosa, oppure (2) contribuire a forme più democratiche e deliberative di governo globale.

Questa opzione ha il vantaggio di non richiedere un emendamento del trattato che richiede l’approvazione di tutti i membri dell’Assemblea Generale, ratificata dalle legislature di tutti gli stati membri, ed approvazione attraverso voto popolare in tutti gli stati membro.

Questione da risolvere. Come per l’Opzione 1, le stesse questioni devono essere rivolte. Considerando queste, sarebbe vantaggioso prendere in considerazione i punti forti e le debolezze del Consiglio dei Diritti Umani stabilito recentemente, che è un organo sussidiario dell’Assemblea Generale

A livello pratico, un Consiglio Interreligioso, cosa fa o cosa farebbe? Ogni nazione o regione coinvolta nel processo di consultazione è consigliata ed incoraggiata ad investire del tempo a considerare dei possibili scenari locali appropriati e avvincenti

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